martedì 7 settembre 2010

Il pagellino estivo: edizione 2010 (2a e ultima parte)

DEATH VALLEY aka LA VALLE DELLA MORTE (USA 1982) di Dick Richards
IMDB

In programmazione su Fantasy (Sky can. 132)













Innalzato a film di culto a causa degli sbiaditi ricordi di alcuni trentenni, Death Valley non tiene fede alla sua nomea principalmente per la trama deficitaria incapace di fornire una valida attenuante per l'intrigo di fondo. L'unico oggetto di attenzione è il simpatico bambino protagonista che, lasciato troppo spesso senza sorveglianza, va a ficcare il naso in affari più grandi di lui e si ritroverà perseguitato da un malvivente che vuole farlo fuori. A tratti involontariamente ridicolo, il film vorrebbe pure avere una valenza critico-sociale ma risulta dilettantesco anche in questo aspetto: i pietosi dialoghi confermano l'impressione. Immotivato.

5,0/10

AFTER.LIFE (USA 2009) di Agnieszka Wojtowicz-Vosloo
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Soggetto affascinante ma mal sviluppato che costringe lo spettatore a ripensare più volte la sua posizione e le sue conclusioni, sebbene le risposte agli interrogativi avanzati siano pressochè ovvie ed elementari. E' un tira e molla che alla fine finisce per stancare. Ad ogni modo il superbo cast non delude: Christina Ricci è più cadaverica che mai, oltre a rimanere completamente nuda su un lettino d'obitorio per decine di minuti, e Liam Neeson è magnetico nella parte dell'enigmatico becchino. Non adatto al pubblico più esigente per la facilità di alcuni passaggi che sminuiscono la visceralità dell'argomento. Quando gli attori fanno la differenza.
 
6,0/10
 
BREAK (Germania 2009) di Matthias Olof Eich
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Insulso survival horror tedesco dal  valore artistico prossimo allo zero che vezzeggia The Descent per la rosa di vittime tutte al femminile e i vari film basati sullo stupro e sulla successiva vendetta da parte del gentil sesso. Break manca totalmente di una sua personalità e se pensate che potrebbe riservarvi una spettacolare rassegna granguignolesca siete completamente fuori strada. Visione da saltare senza indugi.
 
4,5/10
 
RETURN TO HOUSE ON HAUNTED HILL (USA 2007) di Victor Garcia
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Buon sequel, forse superiore al frivolo precedente remake, curato nel settore effetti speciali ma carente sul lato recitativo, anche se conta le mute e fugaci apparizioni di Jeffrey Combs nel ruolo del folle dottore di una clinica psichiatrica. La trama non presenta contenuti innovativi ma è ben collaudata pur basandosi sugli antagonismi tra due gruppi di spedizione alla ricerca di un antico e malvagio manufatto. Soddisfacente ma non troppo ricercato, com'è logico aspettarsi da un film uscito solo per il mercato home video.

6,5/10

NIGHTMARE aka A NIGHTMARE ON ELM STREET (USA 2010) di Samuel Bayer
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Al cinema dal 25 agosto















Per i remake prodotti dall'avido Bay vale la seguente regola: visto uno, li hai visti tutti. Se si poteva chiudere un occhio per il riavvio della saga di Jason, icona horror per me indifferente, lo stesso non si può fare per il mito di Freddy, riciclato come un inservibile rottame senza trattamenti di rinnovo, semmai di deturpamento. Facile supporre: "Ah, se però non fosse mai esistita l'intera serie di Nightmare, questo film non lo avresti giudicato così negativamente", sì ma rendiamoci conto che questo scempio non sarebbe mai potuto nascere senza il suo prototipo, quindi cerchiamo di conferire la giusta importanza a chi ha esordito con la stessa idea. Inoltre anche gli americani si sono rotti le scatole di queste brutture, perchè dovrei salvarlo proprio io trovando una valida giustificazione? Forse se ne potrebbe apprezzare la serietà ma ciò non toglie che questa ripresa è stanca e puzza di vecchio. Marcio.

5,0/10

OTIS (USA 2009) di Tony Krantz
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Commedia horror dall'intreccio semplice ma funzionale che sembra un pò sbeffeggiare il genere torture porn degli ultimi anni. Molto più concentrato sui dialoghi che sulle interazioni tra i personaggi, Otis racconta le disavventure di un patetico uomo frustrato perchè non ha vissuto le "normali" esperienze previste durante gli anni della scuola superiore e cerca così di recuperare in età avanzata rapendo e rinchiudendo nel suo scantinato le ragazze di cui si innamora incontrate durante il suo modesto lavoro. Diverte per qualche battuta e circostanza ma una maggiore dose di brutalità grafica sicuramente non avrebbe guastato nell'impianto complessivo dell'opera. Piacevole.

7,5/10

SOMEONE'S KNOCKING AT THE DOOR (USA 2009) di Chad Ferrin
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Slasher dal rendimento discontinuo che associa allucinati e scabrosi omicidi a profluvi di parole in cui l'attenzione cade inesorabilmente. Qualche buona idea permane ma non basta a dare coesione alla pellicola, sprovvista di un chiaro orientamento. La comoda conclusione rivela la scontatezza della vicenda e fa perdere valore alle sequenze chiave. Psichedelico ma pesante.

5,5/10

BRAIN DEAD (USA 2007) di Kevin Tenney
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Dal regista de "La notte dei demoni" arriva questa splatterosa commistione di più generi che ricorda Undead (2003) degli australiani Spierig. Esagerati decessi e curiosi personaggi purtroppo non reggono la baracca ma c'è da dire comunque che la curiosità per assistere al prossimo creativo sbudellamento rende più tollerabile la visione. Per chi cerca un sollazzo di bassa lega.

6,0/10

AUTOMATON TRANSFUSION (USA 2006) di Steven C. Miller
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Uno film indipendente sugli zombies salito agli onori non si sa ancora bene per quale pregio particolare. La regia amatoriale è incapace di conferire intensità ai numerosi interventi sanguinolenti. Passabile la recitazione degli sconosciuti attori ma i laconici dialoghi non nascondono la sua natura di acerbo progetto scolastico. Uno sforzo in più per lasciare meno aperto il finale sarebbe stato gradito. Attualmente è in fase di pre-produzione l'atteso sequel.

6,0/10

JOEY - MAKING CONTACT (Germania, USA 1985) di Roland Emmerich
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Un sintetico omaggio ai tanti cult giovanili degli anni '80 (da E.T. a Poltergeist), Joey è un fantasy riservato a chi ha ancora la forza e la volontà di sognare guardando le vicissitudini di un ragazzino rimasto orfano del padre e che scopre di avere grandiosi poteri telecinetici. Se non vi esalta la lotta tra un poppante e un pupazzo infernale, potete lasciar perdere senza rimorsi. Senza dubbio ingenuo a livello narrativo, potrebbe attrarvi lo stesso per le perdute atmosfere ottantiane. Nostalgico.

7,0/10

THE GRAVEDANCERS (USA 2006) di Mike Mendez
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Discreta sorpresa proveniente dal famigerato After Dark Film Festival. Potrebbe essere considerato come una versione primordiale di Drag me to hell per via delle maledizioni che perseguitano i tre protagonisti, cagionate però da fatti meno plausibili. Gravedancers è caratterizzato da un insolita fotografia che lo rende simile ai recenti horror spagnoli ma la storia è meno seria di quanto si potrebbe pensare. Vale la pena recuperarlo per alcune efficaci scene di paura, concentrare soprattutto nell'ultima mezz'ora. Intrigante.

7,0/10

Vi ringrazio per la cortese attenzione. Per il momento vi saluto e vi invito a ritornare su questo blog per le consuete rubriche che spero di poter riprendere tutte, senza intoppi.

Termino il post nuovamente in bellezza con il trailer di un remake piuttosto convincente che arriverà per il mese di ottobre:

NIGHT OF THE DEMONS

2 commenti:

  1. ho visto after life e sono d'accordo con te su tutto, a parte liam neeson che proprio non reggo..

    il nuovo nightmare sono curioso di vederlo, ma ne parlano tutti male (tu compreso) quindi non promette proprio bene *_*

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  2. Accidenti, immagino che mi lincerai, ma sai che io ho adorato il remake di Nightmare.... Ero andato molto prevenuto per il fatto che non c'era più il DIO Robert Englund, ma il suo sostituto, ovvero Jackie Earl Haley è stato bravissimo, certo Robert resta inimitabile e il Freddy numero 1 resta sempre lui, ma Haley ha dimostrato (dopo la gia ottima performance di Rorsach in Watchmen) di essere un attore coi controattributi e ci regala un Freddy marcio, cupo, quasi mai ironico e veramente cattivo. Anche visivamente trovo che il film sia una bomba, soprattutto la scena della farmacia con l'alternarsi di sogno/ realtà, caldaia/farmacia, al cinema quella scena mi ha gasato a mille :-)

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