lunedì 14 marzo 2011

Recensione In fondo al bosco - Deep in the woods (Francia 2000)

Titolo originale: Promenons-nous dans le bois

Regia: Lionel Delplanque

Sceneggiatura: Lionel Delplanque, Annabelle Perrichon

IMDB

Disponibile in italiano in dvd edito da DNC


Una compagnia teatrale, formata da quattro giovani artisti, viene assunta dal milionario Axel de Fersen per mettere in scena una rappresentazione di Cappuccetto rosso nel suo isolato castello per celebrare il compleanno di suo nipote. Nel frattempo, nel bosco che circonda il maestoso edificio, è in libera circolazione un assassino che rapisce e sevizia giovani donne, sulla cui identità è all'oscuro anche la polizia.

Sensuale, morboso e intrigante: aggettivi di matrice estetica che ben si adattano a questa, purtroppo trascurata, opera francese che sembra portare avanti, almeno in termini stilistici, il discorso iniziato da Kolobos un anno prima, ovvero quello di omaggiare grandi registi del passato dimostrando di averne assimilato pienamente tutto il fascino della loro personalità tecnica.
In fondo al bosco si impone sin da subito a livello registico, dal procedere lento ma suadente, ma anche il profilo narrativo non è da meno perché si lascia volentieri contaminare da particolari suggestioni favolistiche e non solo. Alla base dell'opera vi è l'intento di evadere dalla classiche dinamiche da teen horror per la reintroduzione di elementi di stampo gotico come la presenza di un castello sfarzoso, situato in un punto isolato, e del relativo proprietario di età avanzata e dagli strani comportamenti.
Tutto il film è votato ad un'assidua ricerca del bello e lo si nota anche nella scelta degli affascinanti volti dei giovani attori, ad uno dei quali,  quasi a voler spezzare questa perfezione esteriore, è stato assegnato il ruolo di personaggio muto.


Per il suo incedere in maniera rilassata ma non spenta, la storia lascia il giusto tempo per entrare nelle sue raffinate meccaniche fatte di anomali rapporti interpersonali ed estranianti comportamenti umani. Il pericolo che la forma prevalga interamente sulla sostanza è costante ma i due aspetti non sembrano affatto in lotta tra loro, piuttosto sembrano cooperare per far sì che valga sempre la pena di giungere al finale, che sarà di certo al di sotto le aspettative vista la scarsità di sotto-trame e intrighi, ma da non disdegnare completamente.
La regia è impeccabile e anche un semplice omicidio commesso per mezzo di armi bianche, viene reso in qualche modo coreografico e visivamente interessante. I grandi spargimenti di emoglobina sono sacrificati e ad essi viene preferita una messa in scena più studiata proprio perchè più onirica.


Non si può nascondere comunque il fatto che la sceneggiatura non è all'altezza di questo trionfo di inquadrature e competenza tecnica, rivelando sì qualche sorpresa nell'epilogo ma comunque di poco conto e non in grado di reggere sufficientemente le motivazioni dietro la serie di uccisioni.
Pur con queste imperfezioni, la storia rimane tuttavia più ragionata e di maggiore spessore rispetto alle odierne pellicole soffocate dalla preoccupazione di proporre sequenze il più sanguinolente possibili, ma senza il benchè minimo stile, per far sì che qualcosa rimanga dopo la visione.
In fondo al bosco riesce ad essere elegante e ricercato, senza mai scadere nel ridicolo, e potrà senza dubbio piacere agli estimatori di Bava e Argento, maestri nostrani del cinema thriller e horror.

GIUDIZIO FINALE: 7




8 commenti:

  1. questo mi ispirava parecchio ai tempi della sua uscita, ma allora non c'erano ancora a disposizione i potenti mezzi della rete. magari adesso riesco a recuperarmelo..

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  2. Bene, bene. Mai visto. Visto il riferimento al bel Kolobos non posso fare a meno che rimpinzare la pipe. Thanks.

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  3. Mi accodo al commento di Eddy. Mai visto. D'altra parte i francesi vanno spesso a nozze con l'horror visioning. Nozze non sempre riuscite, ma spesso riuscitissime :)

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  4. Dimenticavo: recensione molto ben scritta, suadente e pacata come il film :)

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  5. Grazie ad entrambi ^^ in effetti volevo che la recensione trasmettesse in qualche modo la carezza e la sensualità che trasmettte il film. Curioso di sapere le vostre opinioni ;)

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  6. Eccomi qua. Visto che alla fine ce l'ho fatta?
    DINTW è davvero ben confezionato. A parte qualche caduta di stile per non sganciarsi dalla sceneggiatura, per il 90% sembra una scatola di mon chéri col fiocchetto.
    Le attrici sono bruttine ma molto sexy (la scena saffica è ben congeniata), mentre i ragazzocci sono molto belli. Se la trama non è delle migliori, quello che mi è piaciuto di più è quel senso di ambiguità sessuale che si respira dall'inizio alla fine senza mai volgarizzare.
    Note negative? Il padrone di casa è completamente fuori luogo... sembra davvero Chris Elliot in Scary Movie 2. Inguardabile.

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  7. Grande! Era ora che cominciasse una rivalutazione per questo film perchè in giro si trovano solo commenti di bimbiminchia che lo stroncano senza cognizione di causa. E' vero: l'ambiguità sessuale è uno dei punti forti, come anche la pervasiva sensualità espressa attraverso l'estetica degli attori. Quello che interpreta il padrone è sì un pò ridicolo ma secondo me è adatto per quel ruolo così alienato e misterioso ;) Comunque penso che tu l'abbia gradito a quanto leggo: mi fa piacere che tu non abbia perso una serata a vuoto ;)

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