domenica 6 gennaio 2013

Una bara per rinascere

BOX OF SHADOWS (USA 2011)

conosciuto anche col titolo The Ghostmaker

Regia: Mauro Borrelli

Sceneggiatura: Mauro Borrelli, Scott Svatos

Somiglia a: Ghost - Fantasma, The Ring e tanto altro

IMDB

Sito Ufficiale



Durante la pulizia di un vecchio garage, uno squattrinato studente universitario si imbatte in quella che all'apparenza pare essere una vera e propria bara. Invece di sbarazzersene come gli è stato ordinato, il ragazzo la porta nella sua dimora e scopre al suo interno un arcano meccanismo. Quale segreto si celerà dietro tutto quel complesso di rotelle e ingranaggi?

Se il genere horror è dotato di un fascino inesauribile, ciò è dovuto anche alla sua natura che sfugge ogni classificazione in quanto rimane ancora oggi impossibile trovare un unico inequivocabile elemento identificatore da associargli. Non bastano infatti litrate di emoglobina o qualche motosega svolazzante per creare subito un esponente della categoria, o perlomeno questi non hanno la medesima valenza di una lama e un serial killer, due elementi sufficienti per comprendere all'istante di avere a che fare con il più classico dei thriller.
Ma il film di Mauro Borrelli, conosciuto principalmente nel ruolo di illustratore di tanti successi cinematografici come Il mistero di Sleepy Hollow o Pirati dei Caraibi, se non riesce a schiarirci le idee in merito alla questione, perlomeno ci riavvicina ad una delle accezioni più significative dell'horror, ovvero l'irresistibile curiosità verso l'ignoto e il terrore che consegue alla sua scoperta.


E non di rado l'ignoto, per rendersi più allettante agli occhi dello spettatore, prende la forma di oggetti sbucati fuori dal nulla, caratterizzati da un passato leggendario, giunti fino ai nostri giorni in circostanze non facilmente ricostruibili. Vengono subito alla mente il diabolico cubo di Hellraiser, il Necronomicon visto nella celebre tripletta Evil Dead di Sam Raimi, o anche la testa mozzata vista in Scream of the Banshee per citare un esempio meno noto ma non da trascurare.
Box of Shadows parte dal medesimo pressuposto proponendoci invece una ben più vistosa bara, creata da un artigiano della morte, il cui raffinato estro aveva già dato vita a numerosi strumenti di tortura, particolarmente apprezzati da chi non prediligeva modalità colloquiali per redimere un peccatore. Il potere che risiede in questa bara non merita una plateale rivelazione in questa disamina per non far perdere all'opera quell'attrattiva di base, però è piuttosto intuibile se si guarda al titolo alternativo e alla similitudini trovate con altri film.
L'idea narrativa principale, che non manca di una certa dose di originalità, è vincente e ben sviluppata e per più di metà del film l'interesse si mantiene sopra la media, merito anche di un approccio che, evitando dilemmi e ragionamenti, va subito a concretizzare il grande potenziale della trama.


A livello di sensazioni, il film fa respirare una piacevole atmosfera anni '80 poichè è facile immedesimarsi nei comportamenti dei personaggi e fantasticare sull'uso che potremmo fare noi stessi della misteriosa bara.
La narrazione si mantiene snella e spedita e tocca classiche problematiche giovanili quali l'uso di droga e gli effetti deleteri che ne derivano, ma anche la voglia di uscire da questo tunnel della perdizione e ritrovare nuovi e più solidi motivi per vivere.
Nonostante lo svolgimento semplice ma non scialbo, era comunque lecito aspettarsi qualcosa di ben più entusiasmante nella parte conclusiva visto che il tutto viene degradato al livello di un diverbio giovanile e anche dal punto di vista delle interpretazioni si sarebbe potuto ottenere un risultato migliore della sufficienza raggiunta.
Facendo una stima tra gli indubbi pregi e gli appena discussi difetti, la valutazione verso questa prova di Borrelli rimane comunque positiva: la storia ha fascino e lo svolgimento è privo di inconcludenze, anche se avrebbe meritato una conclusione più brillante.


In ultima battuta Box of Shadows e le sue idee non meritano l'oblio ma un fiducioso riscontro da parte di chi ricerca inventiva facile da assimilare e scevra da pesantezze narrative.

In pillole:

+  idea originale e coinvolgente                                                  
narrazione diretta e coerente        

- Conclusione poco avvincente
- Recitazione migliorabile


7 commenti:

  1. Diciamo che non è malaccio ma si posiziona molto in basso nella mia scala di gradimento... onore all'originalità ma il basso budget si sente troppo e l'artigianalità degli effetti speciali fa un pò sorridere.
    Buona opera prima che speriamo venga notata da qualche major, così vediamo cosa potrebbe uscire dalla testa di Borrelli!

    ps: intervista molto interessante a Borrelli: http://www.movieplayer.it/film/articoli/the-ghostmaker-mauro-borrelli-presenta-il-suo-nuovo-thriller_10293/

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  2. Pensavo molto peggio, pensavo di ignorarlo del tutto ma ora mi sa che proverò a dargli un'occhiata :)

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  3. mm.. com'è messo a splatter (sai che mi turba non poco, tipo torture o simili)? the ring è tanto il mio genere e se ci somiglia già guadagna punti!
    Concludo dicendo che è sempre un piacere leggerti, mi piace tanto come scrivi. =w=

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  4. Anch'io lo immaginavo inguardabile e/o dimenticabile molto rapidamente. Però tu sei piuttosto buono con l'horror in genere, se non erro. In ogni caso grazie della segnalazione e della recensione come sempre scritta in stile sopraffino. A presto :)

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  5. @Eddy come artigianalità degli effetti ho visto di peggio, credimi! Qua gli effetti sono appropriati senza risultare ridicoli ;)

    @Lucius di splatter non vi è nulla, anzi è un film piuttosto innocuo da quel punto di vista!

    Grazie a tutti per i vostri complimenti ;))

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  6. dal trailer non mi ispirava proprio per nulla, anche perché le capacità recitative si intravede che sono davvero basse... :)
    però magari proverò a dargli una chance

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