sabato 20 novembre 2010

Recensione Riding the bullet - La morte corre veloce

Regia: Mick Garris

Sceneggiatura: Mick Garris da un romanzo di Stephen King

Anno: 2004

Nazionalità: USA, Germania, Canada

Interpreti principali: Jonathan Jackson, David Arquette, Barbara Hershey, Cliff Robertson, Erika Cristensen

Descrizione: La vita è come la fila ad un ottovolante: o sali per goderti l'attrazione o corri in preda al panico.

Disponibilità italiana: Sì, Acquistalo qui

Alan è un giovane studente universitario che prova un'irresistibile attrazione per la morte tanto da meritarsi l'appellativo di "principe delle tenebre". Un giorno riceve una telefonata che lo informa che la madre ha avuto un ictus ed è stata portata d'urgenza in ospedale. Alla triste notizia il ragazzo rinuncia ai biglietti del concerto regalatigli dalla fidanzata e, facendo l'autostop, spera di raggiungere al più presto il letto della madre ma l'interminabile viaggio in compagnia di completi sconosciuti gli riserverà delle terrificanti esperienze.


Riding the bullet è cinema a 360 gradi, da vedere e rivedere per la sua ricchezza intrinseca, da conservare gelosamente in una teca di cristallo per paura che il tempo possa intaccarlo, e sul quale ricadrebbe volentieri la scelta se fossimo costretti a portare con noi un unico film su un'isola deserta. E' una pellicola che parla all'anima e funziona meglio di una seduta dallo psicologo ma oltre all'immenso conforto riesce ad essere così fortemente istruttivo, ma assolutamente non retorico, da far sembrare tutti i maestri di vita degli inetti dispensatori di consigli. I miracoli tuttavia sono incredibili e difatti nessuno ha creduto veramente in quello compiuto da Mick Garris, fidato amico di Stephen King e l'unico che nelle sue trasposizioni cerca di essere il più fedele possibile ai romanzi dello scrittore.
Questo capolavoro ci parla del fascino, che poi si tramuta in paura, che suscita la morte, territorio proibito impossibile da narrare, come mezzo indispensabile per ritrovare l'attaccamento alla propria vita, soprattutto quando la persona che ci è più cara potrebbe avere le ore contate e noi non riusciremmo ad arrivare in tempo per darle l'ultimo saluto. Questo insostenibile timore si trasforma in un viaggio interiore caratterizzato da interminabili allucinazioni, anche a causa di qualche spinello di troppo, mai fine a sè stesse ma che anzi rivelano la scarsa stima di sè e l'incrollabile pessimismo del protagonista.


Ambientato alla fine degli anni '60, la storia riesce a rappresentare con perfezione il decadentismo di quel periodo e non solo, in cui i tanto strombazzati valori da contrapporre alla guerra sono delle illusioni che non trovano alcun riscontro nella realtà e non rimane altro che diventare egoisti e fare affidamento alle proprie forze per levarsi dai problemi e dalle sofferenze personali. E' emblematica a tal riguardo la finta preoccupazione mostrata dagli amici nei confronti del protagonista che ha appena tentato di suicidarsi e che nello stesso infelice momento viene lasciato dalla fidanzata nonostante la stessa sia convinta di tenerci molto al loro rapporto. La solitudine, tema ricorrente dell'opera, diventa quindi un impietoso baratro in cui trovare necessariamente la chiave di svolta, ma anche l'unica compagnia che non tradisce mai.
Per trattare con la dovuta profondità il delicato argomento, il regista si fa contagiare da un'infinità di ispirazioni e stili, come farebbe il miglior Tarantino, ma trovando sempre la virtuosa misura di mezzo, costruendo attorno allo spettatore uno spettacolo di rara bellezza in grado di esaltarlo e smuoverlo nella sua sensibilità. RTB è un caleidoscopio di emozioni, tenute sempre ben distinte e separate, esattamente quello che si va cercando in un film che si reputa completo sotto ogni aspetto.



Stratosferiche, e potevano essere altrimenti, le interpretazioni degli attori tra i quali merita una menzione speciale Barbara Hershey che nel suo ruolo "universale" di madre severa ma amorevole, ci fa stare in pena per il suo destino e tira fuori il meglio del nostro essere figli. Impareggiabile anche David Arquette che crea dei sorprendenti e piacevoli contrasti con le sue ricercate espressioni, roba che negli anni '80 avrebbero senza dubbio osannato.
A parte qualche effetto speciale non proprio all'altezza, il film non ha difetti tali da rovinare la ben più che fondamentale esperienza emotiva che riempie lo spirito e non offende la fantasia e l'intelligenza del destinatario.
Insomma l'opera di Garris è l'ennesima dimostrazione di come una certa tipologia di pubblico, che il più delle volte coincide con quella generale, abbia il prosciutto sugli occhi e non calcola minimamente degli sforzi immani come quello in questione, avanzando tra l'altro delle argomentazioni senza fondamento.
Da acquistare senza remora e da mostrare con orgoglio nella propria collezione, voltando il generoso fondoschiena a tutti i critici con la puzza sotto il naso e che non sanno nemmeno loro cosa vogliono in una pellicola horror.


GIUDIZIO FINALE: 10

9 commenti:

  1. Aspè, stai parlando del Riding the Bullet che ha media 4,4 su filmscoop e che vendo a 2,3 euro usato in negozio?

    C'è qualcosa che non mi torna...

    A sto punto lo vedrò prima o poi.

    10?

    Comunque non ho letto la recensione, mai prima della visione, non è che il voto è ironico?

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  2. Nessuna ironia, non ci riesco in una recensione:) Allora aspetto che tu lo guardi per renderti conto delle baggianate che è capace di creare la rete ;) Magari dopo che l'hai visto, riterrai opportuno alzarlo di prezzo eheh!

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  3. Uhm, credo che preferirò non vederlo allora perchè io ho stima in te e te in me. Non vorrei che questo film faccia crollare le 2 stime...

    Non capisco come una pellicola che non arriva a 5 di media in nessun sito (e anche come voto singolo strapperà 4,5 "sette") possa valere un 10 pieno. Devo studiare il tuo curriculum, secondo me hai lavorato con Garris da qualche parte e non ce lo dici...

    Ciao!

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  4. Beh se facciamo crollare la stima per un film allora non era vera stima :D scherzi a parte, visto che le mie recensioni sono a prova di spoiler, puoi leggerla senza problemi e capire da te perchè ha meritato 10. Ma poi alla fine io giudico col cuore e non vado di certo appresso a tecnicismi del caso. Fossi in te non mi priverei, avendolo a portata di mano, di un simile film. La cosa essenziale però, se vuoi affrontare la visione, è che fare pulizia di tutti i preconcetti e pregiudizi, che considero come il vero male di chi pretende di essere recensore.
    A dir la verità Garris nemmeno mi piaceva granchè come regista e quindi ti ho detto tutto ;) alla prossima

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  5. Bellissima recensione di un film che non ho ancora visto e che vedrò senz'altro. Il tuo blog è sempre più smagliante e sta diventando un modello di riferimento per il mio nuovo blog su Blogspot :) Saluti.

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  6. Grazie infinite. I tuoi complimenti rendono meno vani gli sforzi profusi per questo blog. Io ci metto la mano sul fuoco che adorerai questo film. Sempre pronto a discuterne al più presto con te. A presto ;)

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  7. Impossibile non fidarsi di questo voto dopo Mandy Lane (sono ripetitivo ma è davvero nella top ten della mia classifica), quindi grazie mille e recupero immediato.

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  8. Assolutamente! Anzi a livello di emozioni è nettamente superiore a Mandy lane, anche se sono film del tutto diversi ;) Dopo aver visto questo poi ti mancherà The lost, altro film da 10 uscito in italiano e recensito qui stesso ;)

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  9. orribile, un ragazzo con problemi di personalità va in giro e vede cose che non esistono chiedendo passaggi, il finale è davvero surreale, troppo per un film horror, ma dovrebbe far paura?? è un film per malati mentali, questo non è un VERO BELLO horror, è il tipico film da 2 euro alle bancarelle, se non lo avete ancora visto non vi perdete nulla,
    questo è il mio commento, guardate il film e datemi ragione

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