Sceneggiatura: Federico Zampaglione, Domenico Zampaglione, Giacomo Gensini
Descrizione: L'ombra che non oscura ma illumina
Cast: Jake Muxworthy, Karina Testa, Nuot Arquint, Chris Coppola, Ottaviano Blitch
Data di uscita nei cinema italiani: 14 maggio 2010
Un giovane soldato di ritorno dalla guerra in Iraq parte con la sua bici per un'avventura solitaria su una zona montuosa. Qui incontra una ragazza con la sua stessa passione e due brutti ceffi dediti alla caccia con i quali si scontrerà. Tra i boschi però si nasconde un pericolo ancora più grande.
Vedere Shadow è un pò come ripercorrere tramite immagini le sensazioni, i timori e le ansie vissute in prima persona da Zampaglione quando ha avuto la coraggiosa idea di riesumare e scrivere un nuovo capitolo dell'horror italiano, in stand-by da tempo indefinibile o praticamente scomparso dopo "il Giallo" d'Argento, a seconda delle vedute più o meno pessimistiche. Mai come in questo caso la pellicola non può considerarsi soltanto come un semplice prodotto della fantasia, bensì come una vera e propria radiografia degli stati d'animo dell'autore non solo per l'importanza della prova ma soprattutto per il fatidico responso del pubblico. Impossibile quindi immaginare un seppur minimo distacco emotivo tra il creatore e la sua opera.
Si parla tanto di crisi del cinema di genere nel nostro paese ma probabilmente, a parte le frasi fatte, non c'è mai stata una riflessione sentita che facesse da guida o anche solo lasciasse intravedere un sentiero per chiunque avrebbe voluto cimentarsi nell'impresa di rianimazione: sicuramente ciò costerebbe maggiore fatica al critico di turno. Ci troviamo quindi in una situazione spiacevole per gli intrapredenti del settore perchè tra le cascate di lamentele non si capisce bene quale sia l'effettiva richiesta del pubblico.Allora l'unico modo per valutare degnamente questo film non è di porsi dal punto di vista del regista, pura utopia, bensì di porsi personalmente di fronte alla materia moribonda in esame e cercare di comunicarne le impressioni su uno schermo.
Di fronte a questa delicata questione ci si ritrova esattamente come il protagonista di Shadow, immerso nella fitta e irritante nebbia dell'incertezza alla ricerca di un segnale di orientamento, atmosfera rarefatta che è anche metafora delle nebulose mentali di chi si fa carico di un'onerosa responsabilità.
Ma il film non fa troppa leva su questa vaghezza emblematica, rappresentante l'esitazione o l'incubo provocato dalla pagina bianca, ma, un pò per creare l'effetto sorpresa come quando si alza un sipario, fa subito posto alla concreta maestosità dei luoghi scelti per animare la storia, una montagna crepuscolare, resa ancora più emozionante dai colori autunnali impiegati per la fotografia.
Purtroppo la grande cura riposta nel contesto produce anche l'effetto imprevisto, ma da non vedere necessariamente come un difetto, di mettere in secondo piano la presenza scenica degli attori, anime vaganti su un territorio misterioso e dai confini non meglio definiti. Nonostante questa sensazione di piccolezza ispirata dai protagonisti, l'approvazione per aver scritturato un cast quasi del tutto internazionale rimane invariata e si spera che per il suo prossimo lavoro Zampaglione possa fare altrettanto.
Non mi dimentico certo di Nuot Arquint (il cui volto già mi aveva parecchio traumatizzato ne "La passione di Cristo") sul quale la tempesta di complimenti ancora non riesce a rendere bene l'idea della sua bravura e di come ogni sua espressione, movenza o comparsa repentina possa lasciare un vivido ricordo nella fantasia dello spettatore. Un babau del genere, sicuro standard di terrore del cinema venturo, riesce naturalmente a compensare quella sorta di leggerezza caratteriale dei personaggi citata poc'anzi.
Un altro plauso va rivolto all'uso molto originale dell'elemento tortura, mai fine a sè stessa per compiacersi di un'estrema quanto dolorosa messa in scena, ma che al contrario si rivela funzionale all'interno della narrazione ( e nel finale vedrete come nessun gesto di violenza è privo della sua semanticità).
La componente però di cui andare più fieri rimane l'incrollabile serietà dell'opera, un tour de force nei canali della credibilità e della scuprolosità sia della regia che della sceneggiatura.
Per la scarsa presenza di dialoghi, soprattutto nella seconda parte, la pellicola si conferma come una diretta visualizzazione di un incubo, quindi muto nella sua natura originaria e scevro da futili scambi di battute.
Vedere per credere: Shadow è la definitiva uscita dal calvario che ha attraversato l'horror nazionale negli ultimi anni e decisivo ariete che abbatte le porte dei pregiudizi e degli scetticismi. La strada per un nuovo corso è stata appena realizzata, sarebbe un peccato non approfittarne.
GIUDIZIO FINALE: 7,5
recensione assolutamente ben fatta e azzeccata tra le tante lette.
RispondiEliminapriva anche di quell' enfasi che caratterizza sostenitori e detrattori.
Shadow e' innegabilmente un bel film che si erge come oasi nel deserto di un cinema italiano che sta morendo..e l'acqua nel deserto non si puo' ne si deve rifiutare mai. Betta
Ti ringrazio, cara Betta: il problema qui è che il più delle volte la gente giudicante non dà ascolto ai propri sentimenti, ma preferisce nascondersi dietro un'opinione precostituita ed è incapace di ammettere anche solo un pregio del film (e ce ne sono tanti in Shadow). Nella critica si formano queste spiacevoli barricate che non servono affatto a costruire un dialogo utile per migliorare nel settore.
RispondiEliminaUn caro saluto ;)
Grande recensione, seria , priva di pregiudizi e assolutamente geniale nel tipo di agganci tra film e stati d' animo di chi guarda.Shadow e' un ottimo film e a parte i soliti talebani della ultima ora che vivono per sparare a tutto cio' che si muove,se ne parla un gran bene. Possiamo finalmente andare fieri di un nostro film e di un nostro regista che finalmente sta portando avanti il genere in modo concreto ed ispirato.Mauro Relini
RispondiEliminaBELLISSIMO COMMENTO AL FILM. RECENSORE ILLUMINATO.
RispondiEliminaPost che aspettavo, veramente, se non lo avessi scritto tempo una settimana sarei passata a chiedertelo!
RispondiEliminaSono abbastanza d'accordo su tutto, tranne che su due cose:
Io non ho sofferto la cosa che rilevi sui personaggi, che invece mi sono sembrati molto più "specifici" del solito nell'horror contemporaneo: che ne so, il reduce che abbiamo individuato come il "buono" ha comunque bisogno di pensarci su prima di decidere che fare con gli altri, il bastardissimo con le fisse ariane (dico per la bandiera) mostra un lato umano col cane, tra i due bruti c'è un rapporto non semplicistico, che emerge all'ora della crisi; l'unica che mi è sembrata solo stilizzata è lei, ma alla fine i conti per questo tornano. Invece ho patito a bestia i dialoghi, m'è sembrato tradissero una specie di sfiducia nelle immagini e in tutto quel non-parola che per me è la parte più massiccia del film.
Comunque veramente un buon horror.
La distribuzione lascia un senso di amarezza (io la prima volta l'ho visto di pomeriggio e la gente c'era).
Grazie a tutti per i complimenti: ne sono onorato e non avrei mai immaginato di ricevere tutti questi consensi per una recensione comunque importante ;)
RispondiElimina@ Agony ora che ci penso bene il fatto di vedere i personaggi come quasi completamente assorbiti dal contesto è stata un'impressione post visione poichè in fin dei conti vediamo che non vi è questa netta separazione tra buoni e cattivi. Ad ogni modo rimane, a mio parere, un film più incentrato sullo spettatore che sugli esibizionismi degli attori: indubbiamente un fattore ultra positivo!
Saluti :)
Sono daccordo sui dialoghi, ma aspetto di vedere il film in lingua originale per dare un giudizio finale, perche' si sa che il doppiaggio, negli horror specialmente, puo' fare danni. Cmq il film e' stato una bella sorpresa.
RispondiEliminaMi piace questa tua rece, molto equilibrata e ben scritta, te la rubo appena ho tempo per cinemahorror.it :-)
RispondiEliminaciao
Alessio
Bella recensione davvero. Non so se la condividerò perché non ho ancora visto il film, ma mi fido molto della tua onestà e correttezza. Come sempre, complimenti.
RispondiEliminaOrlando
Io sono più meravigliata del fatto che tu non li riceva sempre, tutti questi consensi, visto il valore del blog.
RispondiElimina@Piero
Il DVD arriva in autunno con CG Home Video, pare, perciò la lingua originale ci aspetta da quelle parti :)
Bella recensione, equilibrata e foriera di stimoli interessanti. A me il film (non so se hai letto la mia recensione) non è piaciuto per molti motivi che qui non ripeto per non annoiare l'uditorio. Della tua recensione mi è piaciuto in particolare l'accostamento speculare tra le nebbie in cui si aggirano i personaggi del film, e lo stato nebbioso del cinema horror italiano. Notevole intuizione. Molto evocativa.
RispondiEliminaGrazie Angelo. Sì, la tua rece la lessi e mi spiacque molto il fatto che tu non sia riuscito ad apprezzare lo sforzo di Zampaglione, che comunque ha dato il massimo in questa impresa. Quell'analogia mi è venuta in mente solo adottando un profondo spirito di immedesimazione, cosa che dovrebbero fare tutti quando si tratta di valutare opere nostrane così sentite e in grado di evitare tanti errori che fanno altri colleghi che sono nell'ambiente da più tempo.
RispondiEliminasono molto curioso di vederlo e la tua recensione mi conferma che dovrebbe trattarsi di un buon prodotto horror nazionale, finalmente! sperando che zampaglione non mi faccia un tiromancino :D
RispondiEliminaahah no, nessun tiro mancino... il grande zampa c'ha passione e si vede in ogni fotogramma del film...non è il film realizzato tanto per fare ;)
RispondiEliminaD'accordo sulla disamina. Complessivamente Shadow rappresenta un buon film. Lasciando perdere le utopiche volizioni di rilancio dell'horror italiano (una rondine non fa primavera) vi è una meticolosità nel voler celare dietro ogni passaggio, anche il più (apparentemente) insignificante, un messaggio ben preciso - generico quanto si vuole, ma che giungerà a compiutezza nel climax finale. Nonostante tutti gli stereotipi il film ha una sua specifica identità che permette di fargli assumere una posizione di spicco. Spettacolare il cattivone, scheletrico, emaciato e inquietante. I difetti non mancano (sceneggiatura per certi aspetti farraginosa). Se il regista proseguirà su questa strada potrà sicuramente prenderne atto e apportarvi delle migliorie.
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