venerdì 11 febbraio 2011

Recensione Chain Letter (USA 2010)

Regia: Deon Taylor

Sceneggiatura: Deon Taylor, Michael J. Pagan, Diana Erwin

Interpreti principali: Nikki Reed, Keith David, Brad Dourif, Betsy Russell, Cody Kasch

IMDB

Sito Ufficiale


Una cittadina viene sconvolta da una serie di omicidi che coinvolgono alcuni studenti, vittime di un'invasione di catene di sant' Antonio inviate sui loro cellulari e pc.
I ragazzi che si rifiutano di proseguire il gioco, cancellando i relativi messaggi, incontrano una fine brutale ad opera di un losco energumeno armato di possenti catene.


Chain Letter è il classico esempio di teen horror senza fronzoli, privo di una qualunque aspirazione che i ben più velleitari colleghi puntualmente non raggiungono, un film che non splende per nessuno dei suoi aspetti ma che ad un certo livello del subconscio lascia in qualche maniera soddisfatti, pur con il suo bel carico di imperfezioni. Infatti ci sarebbe molto da dire sui difetti di sceneggiatura, sul mancato coinvolgimento dello spettatore o sulla totale incapacità del regista di chiudere un discorso narrativo, lacuna ampiamente ravvisabile nel finale invisibile. Eppure, facendo un discorso per sottrazione, l'opera di Taylor beneficia dell'assenza di tanti elementi irritanti comunemente presenti nella categoria cui appartiene, come l'esuberanza e gli squilibri caratteriali dei giovani protagonisti, caratteristiche probabilmente ricercate, ma che rendono più insopportabili le attese per i prossimi omicidi.



L'onestà di questa pellicola emerge prepotentemente nelle sequenze splatter che schiacciano a fondo sul pedale della cattiveria e brutalità, supportate da un'ottima regia che negli stacchi d'inquadratura riesce sapientemente a distribuire gli sfoghi di violenza. Per alcuni potrebbe sembrare poco ma CL riesce a dare il meglio proprio in questa componente e, aggiungendo il fatto, come detto prima, che i personaggi non sono odiosi, il tutto risulta più invitante rispetto alla scarsa concorrenza.
La pellicola in questione tuttavia non è così disimpegnata come potrebbe apparire a prima vista, ma possiede un'evidente critica verso il patologico attaccamento alla tecnologia che ci permette di essere sempre rintracciabili 24 ore su 24 grazie ai nostri telefonini e pc, mandando a benedire il nostro sacrosanto diritto alla privacy. A tal proposito il regista ci tiene a ribadire la tesi che il progresso tecnologico è la rovina dell'America e, a dimostrazione di ciò, viene più volte citato il nome di Theodore Kaczynski, l'originale "unabomber" che con i suoi atti terroristici voleva appunto dimostrare i pericoli legati a questo inarrestabile avanzamento.


Inutile dire che Chain Letter, per quanto riguarda gli elementi di partenza, sarebbe potuto essere molto più del modesto horror che ci si ritrova davanti perchè qua e là rimangono intuizioni originali come l'uso violento delle catene o la pulizia nella raffigurazione dei protagonisti, ma ciò non basta per spingere la valutazione della pellicola oltre la mera, seppur meritata, sufficienza.
La sceneggiatura infatti avrebbe avuto bisogno di una massiccia operazione di revisione per evitare che la narrazione risultasse così insapore, quasi come se il film non avesse affatto bisogno della presenza attiva dello spettatore per ragionare e fare collegamenti tra gli eventi. Nella trama non sembra esserci uno scopo valido per seguire con interesse i vari intrecci e purtroppo nemmeno la ricerca dell'identità dell'assassino rientra tra le preoccupazioni principali dell'autore. Insomma la storia si segue senza problemi ma senza stimolare più di tanto il destinatario che non viene mai aizzato con un bastone virtuale. Rimane quindi da assistere ad uno spettacolo splatter di tutto rispetto con cui allietarsi per un'ora e mezza.
E forse questo giudizio basta e avanza per convincere a guardare il nuovo film di Taylor, semplice nel suo insieme ma che avrebbe potuto fare il cosiddetto salto di qualità se ci avesse messo un pizzico in più di intelligenza e cura.


GIUDIZIO FINALE: 6

6 commenti:

  1. Appena visto.Ottima recensione, Antonio. Hai reso perfettamente l'idea. Un film imperfetto ma estremamente godibile nella sua essenzialità.Devo ammettere che l'ho seguito senza annoiarmi, e poi,la scena delle macchine che apre e chiude il film, é dotata di una discreta cattiveria.Un grande saluto.

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  2. Grazie Belushi, troppo gentile ;) In effetti la scena che hai citato è la mia preferita, anche se ci viene proposta due volte. Ce ne fossero di teen horror così efficaci, staremmo a posto per un bel pò di tempo. Peccato siano solo casi sporadici. Alla prossima ;)

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  3. piuttosto d'accordo, c'è qualche elemento interessante (seppure minimo), però il finale davvero campato per aria lascia davvero troppi dubbi sulla qualità della sceneggiatura..

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  4. it wasn't my cup of coffee but at least the kills were all great

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  5. Devo dire che la recensione è davvero condivisibile. Il film è comunque divertente e ci sono delle trovate non male. Qui il "teen" si sente poco, ed è un bene. Finale che rovina l'intera pellicola. Peccato...
    Hai visto "75" di Taylor?

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  6. Grazie per il condivisibile ;) 75 mi manca, ma cercherò di rimediare. Vero quello che dici, il fatto è che certi film li buttano lì così, senza la dovuta cura.

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