lunedì 10 ottobre 2011

In the market: Il dispiacere di fare la spesa

IN THE MARKET (Italia 2009)

Regia: Lorenzo Lombardi

Sceneggiatura: Lorenzo Lombardi, N. Santi Amantini, Marco Martini, Eleonora Stagi

Interpreti principali: Ottaviano Blitch, Marco Martini, Elisa Sensi, Rossella Caiani

Sito Ufficiale


Tre amici in viaggio su una jeep per raggiungere un concerto imperdibile vanno incontro ad una grave avversità che li costringe a prendere la decisione di rifugiarsi in un supermercato per passare la notte. L'idea però si rivelerà per loro infausta quando scoprono che tra il personale del negozio si nasconde un serial killer che unisce l'utile al macabro.

In the market non è quello che si definirebbe propriamente come un film compiuto. Più giusto invece sarebbe presentarlo come una buona idea, una folgorazione giovanile che purtroppo non è stata accompagnata da un'adeguata realizzazione. E dispiace constatare come i suoi pregi si fermino pressappoco a quest'unico aspetto: infatti vedere i tre protagonisti nascondersi di notte in un supermercato potrebbe essere la concretizzazione di una delle tante situazioni ideali, fantasie recondite che hanno affollato le nostre menti puerili, ma che mai ci saremmo sognati di associarle ad uno scenario da incubo.
Lombardi tuttavia, a parte questa riuscita intuizione, non è riuscito a conferire una precisa identità alla sua opera prima, affidandosi a stratagemmi di scarso valore pensati apposta per arrivare alla canonica durata di un'ora e mezza: insistenti rimandi e omaggi alla più o meno recente cultura horror, numerosi dialoghi che superano tranquillamente il confine dell'assurdo e l'immancabile doppiaggio che esaspera questa insensata ricerca dell'effetto "b movie".


E' proprio a livello contenutistico che il film non soddisfa in maniera sufficiente, lasciando che tutto il centro dell'attenzione si sposti verso i prolissi scambi di battute e monologhi che all'inizio riescono pure a destare una certa curiosità (anche se non si tratta di una curiosità sana), ma che ben presto diventano irritanti dal momento che non servono a descrivere eventi rilevanti.
Ma lo sbaglio principale sta nelle intenzioni originarie degli autori: non si capisce il motivo del perseverare in questa visione distorta che considera tutti i difetti secolari che hanno inficiato le precedenti opere italiane come dei pregi da ricalcare alla perfezione, nemmeno costituissero un illustre modello di cinema apprezzato universalmente. Insomma non è ben chiaro da quando l'imperfezione inaspettatamente è diventata uno stile da seguire senza apportare sostanziali modifiche in essa.
Come se non bastasse la sceneggiatura fa attendere invano un risveglio che praticamente non avverrà mai, una delusione in parte attenuata dagli esigui ma comunque ottimi effetti speciali ad opera del maestro Sergio Stivaletti. 
Il "market" del titolo poi ben si presta a rappresentare metaforicamente l'approccio di Lombardi verso il genere,  ovvero quello di andare sul sicuro e preferire i prodotti già bell'e pronti, invece di creare qualcosa di personale, rifiutando questo ormai stancante gioco del citazionismo.


In the market non è un film che fa la differenza e, guarda caso, fallisce proprio sul profilo commerciale: infatti non è la classica pellicola che offre motivi validi per riaffrontarne la visione e di conseguenza questo rende molto remota la possibilità d'acquisto da parte dell'appassionato che vorrebbe tenerne vivo il ricordo possedendone una copia nella propria videoteca. 
Insomma tutto questo per dirvi che, in previsione di una prossima uscita in dvd, difficilmente lo includerei nella mia lista spesa...

GIUDIZIO FINALE: 5

20 commenti:

  1. Sei stato più che generoso col voto finale.
    Io ho avuto una delusione enorme.

    Al di là di una recitazione purtroppo assente - eccezion fatta per Blitch, vittima di dialoghi pessimi - ho odiato l'americanizzazione insensata del tutto.
    Digitare il 911 da un telefono pubblico Telecom.
    Chiamare "market" un supermercato con prodotti italiani e cartelloni come MACELLERIA, ALIMENTARI. Cose così.

    Peccato. L'idea - embrionale proprio - non era male.

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  2. Decisamente generoso.

    Credo che questi film rappresentino la morte del cinema di genere italiano. Sono troppi i giovani "registi" esordienti che si sentono in dovere di fare cinema solo perché hanno visto abbastanza film horror.
    In the market è una barzelletta, e il budget ridotto o assente è una scusa troppo comoda.
    Logorroico, noioso, farcitissimo di blooper e contraddizioni (qualcuno ha il coraggio di farli passare per elementi voluti e stranianti), sceneggiatura da recita scolastica, attori canidi e idee riciclate.

    L'Italia potrà combinare qualcosa di buono solo quando si libererà dei Lombardi e degli Albanesi di turno, e non sto parlando di immigrazione.

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  3. Ne ho sentito parlare male ovunque, non vedo quindi motivo di darci un'occhiata. Ho però visto da poco un altro horror italiano più o meno chiacchierato, Eaters, sul quale ho le stesse opinioni dei commenti qui sopra... :(

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  4. @Simone: Eaters è molto meglio. Pur soffrendo di difetti comuni a In the market, beneficia di una scrittura migliore della storia e dei dialoghi. E il personaggio di Igor è ben costruito.

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  5. Caspita, addirittura 5? Dì la verità, ti han dato una bustarella per alzare il voto? Scherzi a parte, In The Market è una ciofeca all'ennesima potenza, l'incarnazione cinematografica dell'amatorialità! Del film salverei solo la prova di Blitch (distrutta dal profilo e dai dialoghi del suo personaggio) e gli effetti speciali (anche se un po' "fragolosi") di Stivaletti.

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  6. Antò, io non so come tu sia riuscito a fare una recensione seria su sto film. Io non ci sono riuscito. E dire che il regista è anche umbro...

    Bella la metafora del film come prodotto in serie da supermercato però.

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  7. leggendo le vostre opinioni penso che me lo vedrò prima di Eaters, altrimenti va a finire che non me lo vedo più. Ciao Antonio ;)

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  8. Ciao a tutti, rispondo in maniera generale ;)
    Il voto è giustificato dal fatto che il film non mi ha annoiato (e d'altronde come avrebbe potuto con quei dialoghi astrusi?), e alla fin fine ho voluto comunque premiare l'embrione dell'idea che non era affatto male. Gli altri difetti, come le contraddizioni sulla nazionalità dei luoghi, sono, a mio modo di vedere, delle piccolezze che non compromettono la visione. Sul doppiaggio e la recitazione avete detto tutto voi, sono errori talmente risaputi che al solo menzionarli avrei reso la recensione di una banalità allarmante. Ho cercato di vedere quel poco di buono che c'era, perchè per un prossimo film si dovrebbe partire almeno da questi piccoli pregi.

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  9. Comincio a guardarlo stasera, visto che l'avevo in lista.
    Mi farò risentire, ma parto già prevenuta a questo punto. Speriamo di risollevarmi il morale almeno con Ottaviano!

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  10. io ho deciso di non vederlo solo perché ho promesso a mia nonna che avrei evitato di bestemmiare!

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  11. Mi accodo ai commenti dei vari ospiti. Ho deciso anch'io di non vederlo perchè ho letto recensioni terribilmente stroncative, compresa la tua, il cui 5, essendo tu buono, va letto come un 3 meno meno...:)

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  12. No infatti XD Non sarò io a consigliarlo, ma una visione val bene se ci si sente propensi ad analizzare l'attuale livello dell'horror italiano...

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  13. non l'ho ancora visto, ma devo dire che a me il 5 sembra adeguato come voto. Dalla rece è uscito che qualcosa di positivo c'è la pure sto film.
    Io lo vedrò sicuramente. Forse sbaglierò, ma in questi casi tengo anche in considerazione la nazione di produzione. Da noi escono molti meno film rispetto altrove, almeno quei pochi, purchè non siano delle totali schifezze, cerchiamo di vederceli ;)

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  14. Guarda, io ad esempio gli ho messo 3,5 perchè una piccola atmosfera nel finale c'era e perchè stivaletti è stivaletti. Per il resto è un film da ground zero, fidati.
    E io sono uno che promuovo al massimo il cinema di genere italiano, vedi quello che mi è successo con Shadow o l' 8,5 a At the end of the day.

    Però davanti certi "capolavori"... davvero, con tutta la buona volontà che posso metterci comunque più di un tot non riesco ad andargli incontro.

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  15. @Wayne grazie, poi mi saprai dire se il film si è rivelato coerente con il mio giudizio ;)

    @Oh dae: Come horror italiani io ho visto di peggio del tipo "La notte del mio primo amore". In the market si porta certo appresso tutta quella matassa di difetti, ma almeno si intravede quella sorta di amore per il genere ;)

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  16. L'ho finito di vedere.
    Marò, che bruttura.
    Diretto male, recitato malissimo, perso in inutili tarantinismi, con dei dialoghi pietosi... miseria, quando lo recensirò sarò spietata perché perdere 90 minuti della mia vita mi fa venire il nervoso XD

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  17. Ahah mi spiace, curioso di leggere il tuo venturo massacro critico XD

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  18. @ Il bollalmanacco. Ho letto la tua rece e mi sembra che ci hai preso un po' troppo la mano a buttare fango su questo film. Ormai sono deciso, non c'è critica che mi impedirà di vederlo, anche perchè sono sempre più curioso di capire se è così brutto come dite o se la gente lo giudica così non ha ancora da vedere la roba fatta veramente male...ogni tanto passate a leggere le recensioni del blog Odorama. Niente da ridire su di lui, anzi è bravissimo a recensire film, ma si trovano di quella roba...

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  19. Wayne, sai che io ne ho guardati di brutti, ma brutti brutti. Magari ancora non ci conoscevamo, se vuoi recupera qualcosa.
    In the Market per alcuni aspetti (ad esempio dialoghi e recitazione) è davvero assimilabile a quello che io definisco il ground zero dell'horror (vedi Nursie, Death Door, Smile, Bone Eater etc... i primi che mi vengono in mente). Per altri aspetti, tipo gli effetti speciali e quel poco di passione che si intravede, può anche esser discreto.

    Credo di dare sempre voti abbastanza "giusti", quello che ho dato a In The Market penso sia perfetto (nel senso PER ME, non lo cambierei).
    Anche nel film che, se faccio in tempo, posterò stasera, malgrado sia stato massacrato dapertutto, ho trovato qualcosina di buono.

    L'atteggiamento giusto è questo, come fa anche Antonio, cercare il meglio anche nel peggio assoluto.

    Erika, quando posti linka.

    Ciao a tutti!

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  20. @Wayne

    Eh, io purtroppo con gli horror o sono di manica larga o stronco, la via di mezzo mi viene solo per gli altri generi! XD
    In the Market l'ho trovato un po' troppo "pretenzioso" per essere catalogato sotto semplice divertimento trash, per questo sono stata un po' feroce. (me ne sono pentita poi perché non amo stroncare i giovini di belle speranze. Ma mi è venuta di getto ç__ç)
    Comunque guardalo, voglio conoscere la tua opinione!
    E passerò anche a leggere il blog che hai nominato, sono curiosa...

    @Oh Dae: mi sa che l'hai letta prima che potessi postare il link!

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