domenica 11 ottobre 2009

Hellphone di James Huth (Francia 2007)

Regia: James Huth
Sceneggiatura: Jean-Baptiste Andrea, James Huth
Genere: Fantasy, commedia, horror, thriller
Anno: 2007
Nazionalità: Francia
Interpreti principali: Jean Baptiste Maunier, Jennifer Decker, Benjamin Jungers, Vladimir Consigny, Edouard Collin
Disponibilità italiana: Dvd Import
Trama: Sid è l'unico studente della sua scuola ad essere sprovvisto di un cellulare. Quando la ragazza dei suoi sogni, cedendo alle sue attenzioni, gli domanda un numero telefonico per contattarlo, il bisogno di comprare questo prodigio elettronico si fa sempre più impellente nonostante le sue ardue condizioni economiche. Alla ricerca di qualche offerta speciale, un bizzarro rigattiere orientale gli rifila un apparecchio non funzionante che stranamente torna nuovamente operativo nelle sue mani. E' l'inizio di una deleteria dipendenza inversa...

Piccola premessa: con questo Hellphone ammetto di aver un tantino imbrogliato perchè non si incastra a pieno nell'argomento prediletto dal blog, anche se il genere non è avaro di esempi in cui la trama ruota intorno ad un aggeggio infernale o posseduto. Sfuggente ad ogni tipo di classificazione ultima, non è difficile trovargli un filo conduttore: siamo dalle parti della commedia grottesca, dai toni volutamente esagerati tanto che la storia sembrerebbe essere la trasposizione filmica di uno dei più casinisti fumetti giapponesi destinati ad un giovane pubblico.

Con l'aiuto di Jean-Baptiste Andrea, co-autore del celebre Dead end, opera di debutto americana, James Huth confeziona un'opera ipercinetica, spassosa ed in alcuni punti esilarante, uno scoppiettante intrattenimento senza pause che non conosce limiti di età. Potrebbe trarre in inganno il fatto che i protagonisti siano degli sbarbatelli ma il pericolo che questi trasformino il film in qualcosa di melenso e infantile viene tranquillamente scongiurato. Eppure il risultato raggiunto non è affatto scontato: veder scorazzare dei teenager su degli skate sullo sfondo di un ambiente scolastico non lascia presagire niente di promettente, soprattutto quando fanno la loro entrata i due giovani protagonisti, uno dei quali occhialuto, facili bersagli dei bulli di turno. Si tratta di topoi caratteriali presentati in un' azzeccata veste comica la quale iperbolizza ogni loro attributo ed atteggiamento senza fare troppa leva su profonde analisi psicologiche campate per aria. Non manca nessuno all'appello: c'è lo sfigato, il secchione, la saccente della classe, la tipa emo, i fighetti con super macchinone sempre pronti alla rissa e tutti questi ruoli si comportano esattamente nella maniera che uno si potrebbe aspettare. Così come sono caricaturali i giovani protagonisti, altrettanto si può dire degli strampalati adulti, su tutti uno strepitoso professore che punisce i propri allievi nel modo più diretto possibile: lanciando gessetti a mò di shuriken.

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La trama sembra un ritorno alle tematiche vigenti durante gli anni '80, quasi una versione moderna di 976 Chiamata per il diavolo di Robert Englund col quale condivide nella fotografia la scelta di una palette di colori marcati e sfavillanti che gli conferiscono l' interessante aspetto visivo di un'opera pre cyber-punk. La sapienza con cui sono stati miscelati i vari generi è paragonabile a quella dello spagnolo Alex de la Iglesia, un equilibrio narrativo inaspettato se pensiamo alla rigidità artistica del paese di provenienza. Vi è anche un gustoso richiamo a Gremlins di Joe Dante, mi riferisco alla sequenza in cui il protagonista incontra un'eccentrico venditore orientale, prova comunque che la sceneggiatura non dà segni di ristrettezza creativa, bensì si ispira a più modelli del passato.

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Hellphone paga il pegno di uno sviluppo della vicenda non sufficientemente originale addentrandosi in risvolti largamente ipotizzabili, ma la velocità e la freschezza con cui si passa da una situazione all'altra fa sembrare questo difetto poco compromettente per il suo complessivo livello qualitativo. Che sia una pellicola divertente ormai si era capito ed è proprio nella comicità mai banale che riesce a trovare la sua dimensione più valorizzante: alcuni episodi sono così deliranti nella messa in scena che lo spettatore non potrà fare a meno di sorridere ed entrare sempre più nello spirito dell'opera. Insomma le cartucce che ha da sparare non sono poche per convincere il pubblico più ostinato.

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Nella dilettevole sequenza di avvenimenti, lo sceneggiatore Andrea trova anche l'occasione di autocitarsi proponendo spezzoni della sua opera horror, mossa che strizza l'occhio a chi ragiona non solo in termini di titoli, ma soprattutto di nomi e persone, creatori e responsabili del film.
Non poteva mancare una sequenza pre-finale di assedio, in cui si scatena una situazione di panico e caos, un elemento questo che lo riavvicina al genere di base.
Concludendo il film di Huth ha il merito di aver rappresentato una circostanza inedita che capovolge dei ruoli definiti: stavolta è il cellulare a nutrire una profonda dipendenza e adorazione verso il suo proprietario!

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GIUDIZIO FINALE: 7/10

3 commenti:

  1. Ho scoperto oggi questo blog per caso e me lo sto leggendo tutto! Davvero ben fatto, interessantissimo, intelligente. Complimenti!
    orlando

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  2. Grazie amico! Sono davvero contento che ti stia piacendo e spero che i contenuti futuri non ti deluderanno. Avrei intenzione anche di includere qualche recensione sui manga dai contenuti horror. Un caro saluto e grazie per il tuo commento ;)! A presto

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  3. Per quanto mi riguarda eventuali recensioni sui manga horror saranno graditissime!
    Grazie a te per il tuo lavoro e a presto :)
    Orlando

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