Regia: Tibor Takacs
Sceneggiatura: David Chaskin
IMDB
Descrizione: Leggere un libro horror è molto meglio che fare l'amore!
Disponibile attualmente soltanto in vhs
Una semplice impiegata in un negozio di libri usati si imbatte nelle opere di un misconosciuto ma talentuoso autore di racconti horror, un certo Malcolm Brand, il cui stile di scrittura è talmente emozionante da far perdere ogni contatto con la realtà. Dopo aver trovato misteriosamente sull'uscio di casa la desiderata seconda opera dello scrittore chiamata I, Madman, la donna scopre che un vero serial killer sta seguendo le sanguinolente gesta narrate nel libro avendo come obiettivo l'impaurita lettrice.
I, Madman potrebbe funzionare meglio delle attuali pubblicità progresso per invitare il popolo a tornare a leggere, o almeno questo sembra essere il messaggio collaterale del film visto che spesso e volentieri ci viene mostrata la protagonista assorta e rapita tra le pagine di tomi dimenticati, rigorosamente polverosi e dalla copertina scolorita.
L'instaurato parallelismo con la narrativa, espediente purtroppo poco usato nel cinema che conta come illustre esempio "La storia infinita", è senza dubbio l'attributo più intrigante e in grado di conferire immediatezza all'opera, permettendoci di entrare subito in intimità con l'affascinante Jenny Wright il cui sguardo attento e terrorizzato, che si muove allo scorrere delle righe, offre un divertimento genuino e d'altri tempi. D'altronde quale altro hobby può vantare un così alto grado di privatezza come la lettura?
Inizia così un riuscito scontro tra realtà e finzione, in cui l'uno sfocia nell'altro e viceversa, con personaggi troppo tormentati per rimanere ancorati tra le pagine di un libro e che quindi cercano di cambiare l'autoinflitto destino avverso rompendo le barriere cartacee e invadendo l'universo del lettore.
A rendere coinvolgente la storia però non sono tanto le stragi attuate dallo scienziato pazzo, conturbante parte antagonista, quanto i suoi tormenti causati da un amore non corrisposto che lo porta ad una disperazione tale da sfregiarsi tutto il suo volto, annullamento estetico tutto da studiare.
Proprio la figura ostile vanta un utilizzo equilibrato di tutto rispetto: le sue apparizioni sono centellinate, le sue gesta malefiche avvengono soltanto in zone d'ombra e il suo viso viene mostrato per intero poco prima della conclusione, dopo che è stata ultimata una crudele, ma curiosa, operazione di ricostruzione di Frankensteiniana memoria.
Sebbene sia caratterizzato da pregi indiscussi, ad allontanare I, Madman dalle vette dell'eccellenza, ci pensano l'ingenuità di fondo, che un po' appartiene a molte pellicole degli anni '80, e una certa dose di prevedibilità negli avvenimenti, almeno da quando inizia tutta la parte poliziesca nel tentativo di rintracciare il killer.
Ad ogni modo il film non irrita mai, le trovate originali non mancano e non è nemmeno da trascurare il già citato invito, intenzionale o meno, a riscoprire il magico mondo della lettura, anche se per il sottoscritto ha davvero poca efficacia, soprattutto quando certi autori, magari dopo una scena chiave, si mettono a descrivere il disegno sui bottoni dell'abito indossato dal cattivo e in questo caso non c'è passione che possa fare miracoli...
GIUDIZIO FINALE: 7
L'instaurato parallelismo con la narrativa, espediente purtroppo poco usato nel cinema che conta come illustre esempio "La storia infinita", è senza dubbio l'attributo più intrigante e in grado di conferire immediatezza all'opera, permettendoci di entrare subito in intimità con l'affascinante Jenny Wright il cui sguardo attento e terrorizzato, che si muove allo scorrere delle righe, offre un divertimento genuino e d'altri tempi. D'altronde quale altro hobby può vantare un così alto grado di privatezza come la lettura?
Inizia così un riuscito scontro tra realtà e finzione, in cui l'uno sfocia nell'altro e viceversa, con personaggi troppo tormentati per rimanere ancorati tra le pagine di un libro e che quindi cercano di cambiare l'autoinflitto destino avverso rompendo le barriere cartacee e invadendo l'universo del lettore.
A rendere coinvolgente la storia però non sono tanto le stragi attuate dallo scienziato pazzo, conturbante parte antagonista, quanto i suoi tormenti causati da un amore non corrisposto che lo porta ad una disperazione tale da sfregiarsi tutto il suo volto, annullamento estetico tutto da studiare.
Proprio la figura ostile vanta un utilizzo equilibrato di tutto rispetto: le sue apparizioni sono centellinate, le sue gesta malefiche avvengono soltanto in zone d'ombra e il suo viso viene mostrato per intero poco prima della conclusione, dopo che è stata ultimata una crudele, ma curiosa, operazione di ricostruzione di Frankensteiniana memoria.
Sebbene sia caratterizzato da pregi indiscussi, ad allontanare I, Madman dalle vette dell'eccellenza, ci pensano l'ingenuità di fondo, che un po' appartiene a molte pellicole degli anni '80, e una certa dose di prevedibilità negli avvenimenti, almeno da quando inizia tutta la parte poliziesca nel tentativo di rintracciare il killer.
Ad ogni modo il film non irrita mai, le trovate originali non mancano e non è nemmeno da trascurare il già citato invito, intenzionale o meno, a riscoprire il magico mondo della lettura, anche se per il sottoscritto ha davvero poca efficacia, soprattutto quando certi autori, magari dopo una scena chiave, si mettono a descrivere il disegno sui bottoni dell'abito indossato dal cattivo e in questo caso non c'è passione che possa fare miracoli...
GIUDIZIO FINALE: 7
Grande Antonio!!! Recensione da manuale.Sempre bravissimo, massima stima nei tuoi confronti.Non posso fare altro che concordare con quanto letto e aggiungere che, ai tempi, apprezzai pure il dittico "The Gate" sempre di Takacs.Al solito,un grande saluto!Ciao Antonio!
RispondiEliminaGrazie Bel ;) Io devo ancora visionare The Gate, ma tu dici che vale la pena guardare pure il secondo? Grazie e alla prossima!
RispondiEliminaGuarda, sono figli degli anni ottanta. Tu conosci benissimo il genere, quindi tra le tante ingenuità, vi è sempre qualcosa di interessante da salvare.Però tieni conto dei miei gusti non proprio raffinati!Un saluto!Ciao Antonio!
RispondiEliminaCiao Antonio! Complimenti come sempre. Non cominciare anche tu con queste chicche, eh? Altrimenti finisco per schiattare di invidia!!
RispondiEliminaE' sempre un piacere leggerti.
Grazie Eddy e un grande bentornato a te! E se non ci fossero le chicche che gusto ci sarebbe ad avere un blog di cinema? Dai che voglio leggere la tua prossima rece ;)
RispondiEliminaUn ottimo e solido b-movie anni 80.Brand in effetti è un ottimo cattivo,di quelli che è un peccato che siano così poco noti.
RispondiEliminaCondivido la tua opinione! In effetti era un cattivo senza frizzi e lazzi, che andava dritto al dunque :)
RispondiElimina