Titoli presi in esame: Gruesome e la serie di Final Destination
Uno dei sottotesti più interessanti utilizzati negli horror affollati da adolescenti è sicuramente il doloroso e arduo passaggio dalla giovinezza all'età adulta e che funziona meglio della più rigida e impietosa selezione naturale.
C'è chi riesce a fare il grande salto con un'infinità di sacrifici, c'è chi brucia tutte le tappe come il miglior maratoneta e c'è chi invece rimarrà per sempre bloccato in quell'incantevole arco di tempo fatto di sogni e speranze, in cui parole come nostalgia e depressione era ancora congelate ma trepidanti nel fare la loro entrata in scena. Perchè allora è così difficile anche solo riuscire ad immaginarsi come uomini maturi, autonomi e pienamente realizzati? La risposta a questo cruciale interrogativo ci viene fornito da una delle affermazioni più emblematiche presenti nel terzo episodio di Final destination, la saga a cui James Wong e Glen Morgan diedero in natali e che a fine agosto diventerà una quadrilogia: la paura di entrare in quel fatidico stadio deriva dalla mancanza di controllo e dalla sentita incapacità di soppravvivere alle numerose imprevedibilità esterne, proprio come quando ci trovassimo dentro il vagone appartenente alle più intricate montagne russe esistenti sulla terra. Non è un caso che tutte queste ansie sorgano nel momento in cui si conclude la scuola dell'obbligo e bisogna cominciare a pensare al proprio futuro e agire tramite scelte critiche, molto spesso sottoforma di bivi, facendoci forza tra mille e più dubbi e incertezze. Non parliamo poi di come ci si possa sentire dispersi quando finisce definitivamente l'ala propettiva degli studi, l'unica cosa che ci evitava di apporre sulla nostra carta d'identità il terribile statuto di disoccupato. Ecco perchè i diciottenni diventano di conseguenza le vittime più ambite e più sfruttate della più prolifica sezione del cinema horror: sono quelle più fragili e più facili da abbattere. Ma non tutti sono così insensibili da considerare il modello del giovane senza aspettative e che vive a giornata come pura carne da macellare a proprio piacimento.
Ed è a questo punto che si inserisce nella discussione il film dell'intervento odierno: Gruesome diretto dai fratelli Jeff e Josh Crook.
Oltre ad essere anticonvenzionale per il suo modo di rappresentare questa delicata fascia d'età costituita da appena maggiorenni, e quindi evitando di descriverli come i soliti dementi che hanno come unica ragione di vita il sesso (tutti sulla chilometrica lista di Mandy Lane) , il film riesce dove molti hanno fallito, ovvero a ritrarre il candore e l'innocenza di una giovane generazione, quella che si accontenta di vivere il sogno della quotidianietà fatta di doveri scolastici e lavori notturni per aiutare a far quadrare i conti a casa, quella che ha nemmeno il tempo di immaginarsi realtà alternative e migliori perchè impegnata ad esistere nel presente.
Ma questa prospettiva idilliaca viene interrotta da un intruso, un disturbatore che è la concretizzazione esteriore di tutte le angoscie e le preoccupazioni giovanili. Un assassino che probabilmente non avrà goduto della spensieratezza delle prime decine dei suoi anni di vita. E allora come tenta di compensare questo vuoto e sfogarsi per tutte le sue privazioni? Si trasforma in un servo della signora Morte con lo scopo di spezzare i sogni di più adolescenti possibili, un elemento di squilibrio che cambia i connotati di un'esistenza normale e ne muta perfino i colori del cielo che sembrano quasi la fotografia di tempi più felici...
Antoooo!!Alloraaa!!Che mi dici??
RispondiElimina:D
Io alla grande + ke maiii!!Le tue recensioni sono sempre approfondite ed introspettive, OTTIMO!!!
:)
A presto ANTO!!