lunedì 1 marzo 2010

The Locals: loro muoiono dalla voglia di incontrarti!

Regia e Sceneggiatura: Greg Page

Anno: 2004

Nazionalità: Nuova Zelanda

Descrizione: Thriller ai confini della realtà

Cast: John Barker, Dwayne Cameron, Kate Elliott, Aidee Walker, Paul Glover

Disponibilità italiana: Sì, dvd edito dalla Universal

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Grant ha appena rotto con la sua fidanzata e il suo migliore amico, Paul, per cercare di tirarlo su, lo convince a partire con lui per una giornata spensierata di surf. Sull'imbrunire, i due ragazzi decidono di prendere una scorciatoia segreta, un ponte in disuso. Sfortunatamente, la loro auto, per cercare di evitare un incidente, si impantana sul ciglio di una strada terrosa. In cerca di aiuto nei dintorni iniziano ad assistere ad eventi inspiegabili e delittuosi...



The Locals è un'opera da delicatezza chirurgica per l'altro rischio spoiler che si porta appresso: vengono i sudori freddi nel tentativo di commentare un film così colmo di rimandi e analogie che il solo citarli potrebbe seriamente compromettere il coinvolgimento e il piacere derivanti dalla visione. Non che la scoperta dell'intrigo a sfondo della storia richieda grandi funambolismi mentali, ma è nettamente preferibile avvicinarsi alla pellicola con la mente sgombra da qualsiasi similitudine e modello di ispirazione quasi certamente "fatale" che svelerebbero la sorpresa prima ancora le meccaniche narrative sblocchino questa possibilità. Tenendo conto di questo costante pericolo, si possono comunque fornire distillati indizi sulla trama, definibile come una versione estesa di un episodio de "Ai confini della realtà" con elementi stimolanti quali loop temporali, dimensioni ultraterrene e perfino lotte contro un singolare proprietario di un podere che sa come esercitare la sua tirannia sulle sue vittime grazie a questo possesso.
L'impegno di Page in fase di sceneggiatura è piuttosto evidente: evitando i facili approcci slasher, scrive una profonda vicenda impregnata di mistero sullo sfondo dei suggestivi panorami che la Nuova Zelanda non manca di elargire. Pur provenendo dalla stessa terra che diede i natali a Peter Jackson, il regista fortunatamente si distanzia dalla demenzialità e dalle grandi messe in scena splatter che caratterizzavano le prime opere del suo celebre connazionale cercando di fare leva sulle psicologie dei personaggi soprattutto quando si trovano dinanzi a scelte critiche.



Trattandosi di un'opera di debutto, The Locals ha certamente un discreto numero difetti ma non tanti da affossarlo nel dimenticatoio: senza dubbio si riscontra una certa imperizia nel tenere sempre vivo l'interesse dello spettatore, incostanza causata dalla mancanza di eventi di un certo spessore o dal fallimento di rappresentare sullo schermo alcuni momenti con la stessa intensità con cui sono stati concepiti a livello mentale. Se l'efficacia di talune situazioni viene irrimediabilmente persa, permane tuttavia un sentore malinconico legato al tema più importante del film, ovvero l'amicizia. E' proprio l'aspetto sentimentale che sorregge l'intera struttura filmica e fa rimanere in ansia per il destino dei due protagonisti.
Il reparto recitazione presenta anch'esso alti e bassi: se gli interpreti più giovani risultano piuttosto credibili e in tono con i corrispettivi ruoli, lo stesso non può dirsi degli adulti e questo è un peccato visto che proprio quest'ultimi rivestono la funzione umana antagonista e più prettamente malvagia.
Originalità a parte, l'esordio di questo giovane cineasta neozelandese appassiona quel tanto che basta per tenere d'occhio i suoi eventuali progetti futuri, anche se sono ancora incerte le sue intenzioni se vorrà proseguire o meno questa carriera visto che il lungometraggio in questione risale a ben sei anni fa.

GIUDIZIO FINALE: 6.5/10

2 commenti:

  1. Antonio, a quanto avevi detto da me credevo che l'avessi quasi massacrato!
    Invece hai fatto la tua solita ottima e lucida analisi.
    Riguardo gli antagonisti hai ragione, sono di una pochezza unica (compreso il capo), ma alla luce della rivelazione finale questo poca importa. Sono persone normali rimaste imprigionate là, averli caratterizzati come "villain" sanguinari avrebbe dato incoerenza al tutto.
    Anche per questo non si può certo parlare di horror, lo definirei un vero e proprio film drammatico in salsa "ai confini della realtà" come tu stesso hai fatto notare.
    Ciao!

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  2. Sì, diciamo che più che massacrato avrei voluto parlare maggiormente del suo aspetto sentimentale, cosa che non ho fatto! Condivido la tua opinione sui cattivi, ma se avessero scelto qualche attore più carismatico sicuramente avrebbe giovato al film! Grazie per la visita e la tua cortese attenzione ;)

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