Chi bazzica questo blog non può fare a meno di notare la profonda ammirazione che il sottoscritto prova per "All the boys love Mandy Lane" di Jonathan Levine del 2006, perfetto esempio di slasher dell'ultima decade che straccia sotto ogni aspetto qualsiasi remake americano, dal budget milionario sì, ma senza un briciolo d'anima artistica perchè realizzati tutti con lo stesso stampino. Il film in questione sta diventando col tempo un nuovo e solido modello per la categoria, tant'è vero che uno dei principali siti horror americani, Bloody Disgusting, lo usa già come termine di paragone per presentare una promettente opera australiana che risponde al nome di "The loved ones", diretto da Sean Byrne al suo primo lungometraggio. Difficile capire su quale criterio si fondi questo rischioso richiamo, soprattutto senza avere sotto mano un briciolo di trailer, ma noi ci fidiamo di chi si reputa un esperto del settore. Qui sotto trovate una manciata delle immagini più ispiratrici tra quelle fin'ora rese disponibili:
Da quanto sono riuscito a capire dalla trama, il film parla di un ragazzo con vari problemi personali che viene rapito durante una festa scolastica da una sua collega, conosciuta da tutti come la studentessa più pacata e normale della sua classe, per sottoporlo ad un macabro rituale. Chi ha avuto modo di vederlo verso la fine di luglio durante la sua prima proiezione tenutasi ad un festival internazionale di Melbourne ne parla come una delle migliori opere australiane fin dai tempi dello spettacolare Undead dei fratelli Spierig. In attesa di saperne di più e attenendoci alla filmografia della terra dei canguri, consiglio di recuperare Acolytes, dalla sceneggiatura magari non perfetta ma dalla splendida fotografia, forse l'unica che può concorrere in quanto a bellezza con quella del thriller di Levine.
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